Abbiamo chiesto ad alcuni giovani professionisti del settore farmaceutico di raccontarci la loro esperienza, il background di studi, le maggiori sfide che hanno incontrato e i consigli che darebbero ai neolaureati interessati a lavorare in una azienda farmaceutica.
Oggi facciamo due chiacchiere con:
Sono laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e ho completato gli studi con il Dottorato di Ricerca in Scienze Farmaceutiche. Attualmente sono Medical Manager in GSK dove lavoro all’interno dell’area terapeutica respiratoria. Il mio ruolo, più spesso conosciuto con il termine “medical advisor”, si basa sulla pianificazione e gestione delle attività relative al piano medico, passando attraverso le interazioni con gli stakeholder, primi fra tutti i clinici, le collaborazioni con le differenti funzioni aziendali che ruotano attorno alla vita del farmaco, l’approfondimento scientifico e la ricerca.
Sono sempre stata affascinata dai progressi della scienza e dai benefici che questa ha portato e porta ogni giorno: ho sempre desiderato dare il mio contributo in questo ambito ed è con questo spirito che ho scelto il corso di laurea, che ho dedicato diversi anni alla ricerca universitaria, che ho lavorato nel “medical affair” di una azienda italiana nell’ambito di medical devices e integratori alimentari e che sono quindi approdata nel mondo pharma. Per me, lavorare in un’azienda farmaceutica, è uno dei modi più nobili per onorare la mia passione. Il momento in cui ho preso questa decisione? Paradossalmente credo risalga al giorno in cui all’Università di Messina, dove studiavo, venne organizzata una visita presso i laboratori GSK di Verona… ma il mio anno di corso non venne invitato!
Non ho dubbi a riguardo: competenza scientifica e dei processi, capacità relazionali e comunicazionali, capacità di comprendere cosa è veramente prioritario e cosa invece può anche attendere, capacità di mettersi in gioco ma anche in discussione.
Gli esempi potrebbero essere tanti sia nella mia passata esperienza lavorativa che in quella attuale. Uno fra tutti quando per la prima volta sono stata coinvolta nella stesura di brevetti e
sono stata chiamata ad interagire con un mondo totalmente nuovo fatto di elevate competenze e riconosciute professionalità: ho imparato che il naturale senso di smarrimento iniziale, se incanalato in un percorso basato su umiltà, tenacia e responsabilità, può portare ad enormi soddisfazioni e a comprendere che poche sono le sfide veramente impossibili.
Di provarci… ma di farlo mettendosi seriamente in gioco, consapevole dei propri limiti e lavorando duro per poter accrescere la propria competenza. Le strade per arrivare ad un obiettivo sono spesso non lineari e a volte è proprio vero che bisogna trovarsi al posto giusto nel momento giusto: in questi casi sarebbe veramente un peccato non essere all’altezza. Infine, la volontà e la capacità di accrescere le proprie conoscenze e di allargare il proprio network sono elementi che reputo fondamentali.
Dicono di me che sono una persona determinata. Io, ancora oggi, non so se questo sia vero ma sono certa del fatto che finora tutte le mie scelte di vita professionale sono sempre state mosse dal grande valore che do alla competenza e alle strategie che permettono di raggiungerla. Per me questo ha significato dire “si” alle nuove opportunità, ai cambi di ruolo e di ambiti lavorativi (inclusi trasferimenti e stravolgimenti familiari) e alle iniziative di valore che hanno permesso di accrescere la mia formazione e di allargare il mio network di conoscenze.