Abbiamo chiesto ad alcuni giovani professionisti del settore farmaceutico di raccontarci la loro esperienza, il background di studi, le maggiori sfide che hanno incontrato e i consigli che darebbero ai neolaureati interessati a lavorare in una azienda farmaceutica.
Oggi facciamo due chiacchiere con:
Io sono Laureato in Biotecnologie presso l’Università di Pavia ed ho conseguito un dottorato in biochimica all’Universidade Nova di Lisbona, in Portogallo. Dopo il dottorato sono rientrato in Italia e ho seguito un percorso di ricerca all’Università Statale di Milano dove mi sono occupato di drug-design e neurodegenerazione collaborando con gruppi di ricerca sia in Italia che all’estero. Dopo circa 3 anni di ricerca ho sentito l’esigenza di reinventarmi, di uscire dalla mia confort zone ed intraprendere nuove sfide, per questo ho conseguito un Master in Pharmaceutical Management che mi ha permesso di entrare nell’azienda dove attualmente lavoro con il ruolo di Medical Science Liaison.
Ho sempre amato la ricerca perché curioso d’indole tuttavia, come capita a molti, questo lavoro ha gradualmente smesso di rappresentarmi. Avevo l’esigenza di un lavoro stimolante, dinamico, sempre nuovo, un lavoro che mi portasse ad incontrare gente e a condividere la mia quotidianità con i colleghi, un lavoro dove poter crescere senza però dimenticare le mie radici fatte di scienza. Ho trovato quello che cercavo nel settore farmaceutico perché innovativo per definizione, dinamico perché in costante rinnovamento, dove poter crescere perché le competenze e le inclinazioni personali vengono riconosciute. Ricordo ancora il giorno in cui decisi di voltar pagina, era un pomeriggio novembrino di quelli che non vedono mai veramente la luce, mi trovavo in laboratorio con molte interrogativi riguardo il mio futuro ma poche risposte, finché non trovai online un percorso di studi per conseguire un master in management farmaceutico e li decisi di applicarvi perché avevo bisogno che qualcuno m’insegnasse come convertire il mio bagaglio di competenze. Nonostante la poca luce quel pomeriggio è stato per me illuminante.
Primo fra tutti l’ascolto, perché è solo ascoltando attentamente che si possono cogliere le esigenze dei nostri interlocutori. Lo spirito imprenditoriale, che deve guidare le scelte quotidiane e che ci rende veramente padroni del nostro tempo e fautori dei nostri successi. Pro-attività, ingrediente che non deve mai mancare per poter gestire in modo smart le sfide quotidiane.
Ho imparato che solo con tenacia, resilienza e competenza possiamo percorrere il cammino che ci siamo disegnati. E che quando decidiamo di cambiare dobbiamo puntare su noi stessi al 100%.
Il consiglio principale è quello di porsi domande, tante e continuamente, domande riguardo le proprie aspirazioni e le proprie inclinazioni, perché è rispettando entrambe che si può
compiere un percorso di successo.
Quando mandate il vostro CV non arrendetevi di fronte ai “no” o ai silenzi. Ogni volta cercate qualcuno che vi dia feedback sinceri, rialzatevi sempre, raddrizzate il tiro se necessario e tentate nuovamente.